Domanda: “Domani mangiamo fuori? Il meteo prevede tempo bello. Dove si va? Ristorante o agriturismo?” Risposta: ” Fai tu, per me è indifferente, basta che si mangia.” 

Ecco perchè da 40 anni ristoratori e imprenditori agrituristici si stanno pestando i piedi… Mantenete le distanze, diversificate la vostra offerta, siate alternativi! E’ chiaro o no?

Detto che non ho nulla contro i ristoratori, i quali fanno per bene il loro lavoro, vi dico anzi che l’agriturismo in qualità di attività del recente passato, ha l’obbligo di posizionarsi in una casella ben distinta dello scacchiere dell’offerta enogastronomica. Siamo noi a doverci distinguere da loro, perchè siamo entrati in campo a spallate e qualche volta senza chiedere permesso. A questo punto dimostriamo di meritarci questo spazio che ci siamo ritagliati, ma cerchiamo di interrogarci su cosa dobbiamo fare per distinguerci dal ristorante commerciale, a parte l’ovvia collocazione in un contesto “countryside”.

Primo: raccontiamo il “dietro le quinte” di ciò che si realizza e si produce. Restiamo per un attimo sul cibo che viene portato in tavola in un agriturismo. Le pietanze hanno un valore esponenzialmente più alto rispetto a quelle che vengono serviti all’interno di un qualsiasi altro ristorante. Il perché è dato proprio dal valore del lavoro che c’è dietro a ogni ingrediente, che ci si impegna ogni giorno a coltivare. Freschezza e genuinità sono parole molto care alle aziende agrituristiche. Allora far emergere queste qualità, raccontando l’impegno che ogni giorno si mette in campo, risulta fondamentale.

Secondo: raccontiamo lo scorrere delle stagioni che scandiscono il lavoro quotidiano del contadino. La qualità e la freschezza delle materie prime raccolte ed impiegate nelle pietanze prodotte hanno origine proprio dalla gestione del nostro “calendario”. 

Terzo: rendiamo protagoniste le persone, mettendole al centro del progetto. L’agriturismo è in genere gestito da una famiglia e da collaboratori fidelizzati. Il racconto delle loro gesta non lo ascolteremo mai in un ristorante.

Quarto: parlare di ciò che ti sta intorno. Produrre a km0 significa esaltare il territorio in cui si vive. In generale, oltre ai prodotti, il territorio è ciò che rende l’esperienza in agriturismo ancora più memorabile e, perché no, ripetibile. Qualsiasi sia la zona di pertinenza di un’azienda agrituristica, è indubbio che avrà un contesto che merita di essere raccontato. 

Detto questo, l’agriturismo sarebbe una scelta precisa da fare, non a tentoni. Interrogarsi ogni tanto fa bene….

Fabrizio Manco