Cosa o chi sarà mai un agronauta? E’ un termine un po’ forzato, come ne sono stati coniati a migliaia, neanche tutti presenti sui migliori vocabolari della lingua italiana. Uno di questi è “internauta”, cioè l’utente abituale di internet. Ergo, si può dedurre che l’agronauta sia l’utente abituale di strutture agrituristiche. Poiché sono io a condurre le danze mi assumo ogni responsabilità di ciò che scrivo, per cui dichiaro che l’agronauta sia appunto un turista o visitatore più o meno affezionato alla frequentazione degli agriturismi.

Detto che dal 1996 esiste un piccolo agriturismo da me condotto, confinato sul tacco d’Italia, apparentemente lontano da tutto ma anche per questo da molti apprezzato e cercato, mi preme sottolineare che in 28 anni di attività ne ho viste e vissute davvero tante e sono stato recensito come tutti da migliaia di visitatori.

Già, le recensioni, croce e delizia degli operatori turistici, che negli ultimi due decenni hanno influenzato e non poco le strategie operative delle varie strutture turistiche, interessate nel bene e nel male dai giudizi dei loro fruitori.

Io vorrei per una volta cercare di ribaltare la situazione: anziché essere io il recensito, tento di abbozzare personalmente una recensione sui miei ospiti, senza presunzione, ma solo per esperienza maturata.

Ricordo di aver letto frasi del tipo: “bella struttura, ma televisori in camera troppo piccoli” oppure “si mangia molto bene, ma scelta un po’ limitata” o anche “accoglienza calorosa, ma animazione inesistente” e infine “camere d’epoca ben restaurate, ma presenza di ragnatele e gechi”.

Ebbene, i titolari di tali recensioni possono accomunarsi in un’unica definizione: “non sono di certo degli agronauti”, bensì turisti che hanno suddiviso le loro esperienze in strutture prevalentemente dell’alberghiero o dell’extralberghiero (hotel, b&b, case vacanze, resort, ecc.).

Un vero agronauta, e qui entriamo nel cuore del problema, avrebbe scritto recensioni del tipo: “struttura comoda e funzionale, ma l’edificio è di recente costruzione” oppure “cibo ben cucinato, ma la proposta di piatti tipici è insufficiente” o anche “accoglienza professionale dello staff, ma i proprietari non li abbiamo conosciuti” e infine “ambiente naturale ben conservato, ma non abbiamo notato produzione di prodotti propri”.

Di agronauti ne ho conosciuti tanti e chiedono: “cosa producete?” oppure “mi racconta la storia della sua masseria?” o anche “a quando risale questo edificio e in che materiale è costruito?” e infine “mi darebbe la ricetta di questo piatto tipico?”

“Altri” invece mi hanno tristemente chiesto prima di prenotare (come se le mie risposte potessero spostare la bilancia decisionale da una parte o dall’altra): “le bevande sono incluse?”, oppure “ci sono molte zanzare da voi?”, o anche “si può raggiungere il mare a piedi?” e infine “avete un menù di pesce?”.

L’agriturismo non è per tutti: se non ami vivere a contatto con la natura, la vacanza verde non fa per te. Per diventare agronauta bisognerebbe in un certo senso già esserlo; certe sensibilità non si acquisiscono strada facendo, si hanno dentro.

L’agronauta è persona curiosa, interessata, appassionata, perché l’agriturismo è interessante e appassionante. Non vogliamo essere confusi con altri, abbiamo una precisa identità ma siamo stati destabilizzati e screditati per anni. Ma ci siamo dimostrati forti come un ulivo millenario (paragone ormai datato, purtroppo…).

Anche oggi attendiamo Ospiti: il sig. Mario Rossi, di professione agronauta!

Benvenuto a Serine!

Fabrizio Manco